.15
LEONARDO
gico. I metabolismi diventano differenti quando devono essere adoperate le riserve e tale uso più profondo può durare settimane e mesi.
Casi morbosi, qui come altrove, mettono a nudo il meccanismo normale. Nel primo numero del Journal of Abnormal Psychology del Dott. Morton Princé, il D.r Janet ha discusso 5 casi di impulso morboso con una spiegazione che è preziosa per il mio attuale punto di vista. Il primo è una ragazza che mangia, mangia, mangia tutto il giorno. Un'altra cammina, cammina, cammina e riceve il cibo da un' automobile che la scorta. Un' altra è una dipsomane. Una quarta si strappa i capelli. Una quinta ferisce la sua carne e si brucia la pelle. Finora questi capricci di impulso hanno ricevuto nomi greci (come bulimia, dromomania ecc.) e sono stati scientificamente classificati come « sindromi episodici di degenerazione ereditaria. » Ma avviene che i casi di Janet sono tutti di quelli che egli chiama psicastenici e vittime di un senso cronico di debolezza, torpore, letargo, stanchezza, insufficienza, impossibilità, irrealtà e impotenza di volontà e che in ognuno di essi la particolare attività seguita, quantunque deleteria, ha il risultato temporaneo di rialzare il senso della vitalità e di far sì che il paziente si senta nuovamente vivo. Queste cose rianimano, rianimerebbero noi, ma avviene che in ogni paziente la speciale capricciosa attività scelta è l'unica cosa che rianima ed in ciò consiste lo stato morboso. Il modo di curare queste persone è quello di scoprire per loro più usuali ed utili maniere di mettere in moto le loro riserve di energia vitale.
Il colonnello Baird-Smith avendo bisogno di adoperare riserve di energie adirittura straordinarie trovò che 1' acquavite e 1' oppio erano modi di richiamarli in azione.
Tali casi sono umanamente tipici. Noi siamo tutti in