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LEONARDO
dalla mia sorte, e appena mi alzai dal letto provai di nuovo, deciso a lottare fino in fondo anche sentendo una specie di determinazione quale non avevo mai provata prima, una certa assoluta volontà di vittoria ad ogni costo e di fede in essa. Fosse merito mio o una specie di grazia divina, non posso giudicare con certezza, ma preferisco ammettere quest'ultima. Ero ammalato da 7 anni e molti dicono che questo è un termine per molti castighi. Per quanto io fossi stato un basso e vile peccatore forse i miei peccati erano sul punto di essere perdonati e l'Yoga era solo un' occasione esterna, un oggetto per la concentrazione della volontà. Non pretendo ancora di spiegare molto di ciò che ho sopportato ma il fatto è che da quando lasciai il letto il 20 di agosto non ebbi più alcuna crisi di prostrazione ed ora ho la più forte convinzione che non ne avrò più. Se considerate che negli ultimi anni non vi è stato un solo mese senza questo letargo, concederete che anche per un osservatore spassionato quattro mesi successivi di crescente salute sono una prova obiettiva. Durante questo tempo sopportai severissime penitenze diminuendo il sonno ed il cibo e aumentando il compito di lavoro e esercizio. La mia intuizione si sviluppò con queste pratiche, mi venne un senso di certezza mai conosciuto prima quanto alle cose necessarie per il corpo e per la mente e il corpo arrivò a obbedire come un cavallo selvaggio domato. Anche la mente imparò a obbedire e la corrente di pensieri e di sentimenti fu formata secondo la mia volontà. Io dominai il sonno e la fame e i voli del pensiero, e giunsi a conoscere una pace mai conosciuta prima, un ritmo interno all'unisono con un ritmo più profondo, più in alto o al di là. I desideri personali cessarono e la coscienza di essere l'istrumento di un essere superiore si svegliò. Una calma certezza di indubitato successo in ogni impresa dà un grande e reale potere. Io indovinavo spesso i pensieri del mio com-