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LEONARDO
lavoro mentale ed energia mentale in modo da poter essere in grado più tardi di gettare qualche luce definitamente analitica su ciò che noi intendiamo per « avere un più elastico tono morale » o per « adoperare più alti livelli di potere e volontà » ?
M'immagino che dovremo aspettare molto, prima che si faccia un progresso su questa via. Il problema è troppo famigliare ; non si vede come vi si possono introdurre le chiavi elettriche e i tamburi giranti che soli rendono oggi scientifica la psicologia.
Il mio compagno in pragmatismo di Firenze, G. Pa-pini, ha adottato un nuovo concetto della filosofia. Egli la chiama la dottrina dell'azione nel senso più largo, lo studio di tutti i poteri e i mezzi umani (fra i quali ultimi figurano naturalmente in prima fila le verità di qualsiasi genere). Da questo punto di vista la filosofia è una Pragmatica che comprende come dipartimenti tributari di se stessa le vecchie discipline della logica, della metafisica, della fisica e dell' etica.
E qui dopo il nostro primo problema due altri problemi si presentano a noi. La mia credenza che quésti due problemi formano un programma di lavoro degno dell' attenzione di una riunione così dotta e seria come quella che mi ascolta, è ciò che mi ha difatti deciso a scegliere questo argomento e di trascinarvi attraverso tanti fatti ben noti nell'ora testé trascorsa.
Il primo dei due problemi è quello dei nostri poteri il secondo quello dei nostri mezzi. Si dovrebbe in qualche modo far fare una ispezione topografica dei limiti del potere umano in ogni concepibile direzione, qualcosa di simile alla carta dell'oftalmologo dei limiti del campo della visione umana e dovremmo allora costruire un' inventario metodico dei sentieri di accesso delle chiavi, differenti secondo i diversi tipi d'individuo, alle differenti specie di potere. Questo sarebbe uno