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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

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a cura di Federico Adamoli

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   INTRODUZIONE AL PRAGMATISMO
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   nostra mente. I positivisti respingevano la metafisica ma siccome non spiegavano abbastanza perche bisognava respingerla lasciavano aperte le vie del ritorno ai problemi esiliati. E accadde anche qualcosa di più grave, cioè che la mancanza, nelle loro teorie, di un'analisi abbastanza profonda dei metodi della scienza e della filosofia fece sì che in loro stessi, nel loro stesso pensiero, potesse di nuovo tessere le sue tele il ragno metafisico. Si videro così i maggiori rappresentanti del metodo positivo i quali vociferavano ad ogni occasione contro la vana e vuota metafisica e poi non si accorgevano delle cattive e puerili metafisiche ch,erano nei loro libri e nei loro discorsi. L'agnosticismo, il monismo, il materialismo, l'evoluzionismo, che quasi sempre sono associati o mescolati nelle menti dei positivisti, sono delle dottrine metafisiche che suppongono a loro volta delle tacite premesse metafisiche. L'agnosticismo implica la credenza a un mondo più reale del nostro mondo — il monismo fa appello ai concetti universali impensabili — l'evoluzionismo suppone una specie di piano, provvidenziale dell'universo e così di seguito. Il Positivismo è dunque solo verbalmente antimetafisico mentre il Pragmatismo è antimetafisico sostanzialmente.
   E le differenze non finiscon qui. Ci sono nel Pragmatismo almeno tre tendenze che nel Positivismo non esistono affatto o solo allo stato germinale.
   Prima di tutto il principio deconomia del pensiero di cui si trova traccia piuttosto in Occam e in Leibniz che nei positivisti — in secondo luogo il rovesciamento dell'assioma baconiano (sapere è potere) cioè la dimostrazione dell' influenza del potere e della possibilità di potere sulle credenze e sulle teorie — e finalmente l'emancipazione del pensiero dai fatti immediati e dalla razionalità pura, che si manifesta nel Pragmatismo colle teorie sopra la « creazione dei fatti » e delle ipotesi da Parte dello scienziato e con quelle sopra l'indipendenza della deduzione dalla ragionevolezza dei presupposti, cioè sulla facoltà di partire da ipotesi assurde o fanta-