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LEONARDO
stiche per costruire nuove ipotesi c nuove scienze. Mi pare dunque che ce ne sia abbastanza per giustificare la separazione e il nome diverso, tanto più che si potrebbe dimostrare storicamente, come le differenze tra il Positivismo e il Pragmatismo sono ben maggiori di quelle che c' erano fra il Positivismo e la cosiddetta « filosofia inglese » antecedente. Il Pragmatismo può continuare, su certi punti, l'opera di alcuni fra i migliori positivisti ma si può quasi dire ch'esso è costituito, a guardar bene, dalle sue differenze dal Positivismo. Sarebbe difficile esser più diversi di così !
Per quali ragioni è bene esser Pragmatisti.
Dopo questi discorsi voialtri lettori cominciate probabilmente a intravedere cosa significa esser pragmatista, ma non mi stupirei che qualcuno mi dicesse : giacché, a quanto pare, i pragmatisti hanno delle preferenze per le teorie che servono a qualche cosa, diteci a cosa serve esser pragmatisti.
La risposta, dopo quello che ho detto, non è difficile. I guadagni spirituali di chi è o diventa pragmatista non son da sdegnare. Il primo è un guadagno di tempo, perchè il pragmatista mette definitivamente a riposo le cosiddette « questioni insolubili », i pretesi « enigmi dell' universo » che non sono altro che problemi inesistenti oppure problemi mal posti che diventano solubili quando sono enunciati in modo pragmatistico. Il tempo che si risparmia a questo modo può essere usato o nello studio di altri problemi o nell'applicazione pratica di teorie già verificate dall'esperienza.
Il secondo guadagno consiste nell' eccitamento mentale che dà la coscienza della nostra padronanza sopra i concetti scientifici e sopra la nostra mente e il sentire la plasticità della conoscenza e l'aprirsi di sfere sempre più larghe di possibilità offerte dalla immaginazione deduttiva e dal potere dell'anima dell'uomo sopra l'universo.