SAGGIO SULLA LIBERTÀ MISTICA
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suno mi darà ad intendere che un vecchio dell' Isère, o un contadino della Svezia, fossero più abili creatori del Perrault e del Brentano. Il Perrault e il Brentano non furono che dei « liberi dai dogmi letterari » — anzi dei « liberi da certi dogmi letterari ». E perciò poterono afferrare e comprendere la bellezza delle rivelazioni poetiche delle favole. Esse si produssero fra il popolo e furono fra il popolo conservate, semplicemente perchè il popolo non sapeva che i letterati e i grammatici le avevano condannate. La mancanza d'un pregiudizio rese il popolo possessore d'un tesoro. Ma mancavano al popolo dei pregiudizi ? Niente affatto. E tutte le volte che il popolo ebbe dei pregiudizi non potè esser poeta. Tutte le volte che le formule pratiche, i bisogni economici, i pregiudizi sociali riempirono la sua anima, il popolo tacque. E così i letterati : essi non furon poeti che poche volte ; solo quelle volte che riuscirono o per volontà ad abbattere la siepe delle formule, o per troppa interna poesia a cantarla malgrado il rispetto delle formule. Vi sono di questi curiosi esempi : chi non sa che Dante avrebbe preferito cantare in latino ? Interrogate le biografìe e troverete che i poeti quando si sono fatti critici han giudicato secondo quei pregiudizi stessi che l'interna forza aveva fatti loro abbandonare. Il popolo fu pieno, è pieno ancora di questi pregiudizi. Non già letterari — come quelli dei letterati, ma pratici. Il contadino non troverà mai bello un temporale ; e se mi sentite un che vanga la terra ed ha qualche ettaro di vigna al sole, dire : « oh I che magnifiche nubi di grandine I » ebbene, prendetemelo e levatemelo di li, che forse potrà far bene un sonetto, ma riescirà un pessimo lavoratore. Ed ecco, tutto in una parola il grande segreto : abolizione degli schemi, perdita delle preoccupazioni mate-riali, dimenticanza dell' io empirico, distruzione dei pregiudizi scolastici ; e subito dopo grande apertura delle Porte della Poesia, e prorompere nel mondo materiale delle figure ideali. L'educazione poetica esiste, ma è ^tta a rovescio di quella abituale. Questa parla soltanto