saggio sulla libertà mistica
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una figurazione orizzontale in un mondo a due sole dimensioni. Senza sbalzi, senza improvvisazioni, senza estemporaneità, senza abissi e senza vertigini, la sua azione critica demolisce, radendo al suolo senza lasciare traccia di lotta, come pel taglio d' un rasoio affilato ; la sua azione creativa costruisce metodicamente, a grandi linee, riempiendo poi gli intervalli, con finestre e porte regolari, e secondo 1' ideale della classicità riprendendo in ogni capitello lo stesso motivo che correrà sul frontone della entrata, che s' avvinghierà su per gli angoli, che coronerà col cornicione 1' edifizio, sempre quello immutato, ed armonico sempre col resto del palazzo, non proibendosi neppure delle scale nascoste e delle finestre posticcie, quando il sopprimere le prime e il fingere le seconde sia necessario per ingannar 1' occhio e togliergli ogni sensazione di incidente esterno.
Da questo paragone sono chiariti gli uffici della ragione : ripetere e nascondere. La ragione è la grande ripetitrice del mondo, quando è creativa ossia sistematica. Un sistema di filosofo non è che la ripetizione d'un motivo per l'universalità dei fenomeni. Sia pure un motivo fecondo, un' idea piena di panorami, un punto di vista capace di variare gli aspetti — ma si tratta sempre di un ritorno allo stesso principio per ogni questione. Una povertà che ripetendosi diventa ricchezza : ecco la filosofia. Se un uomo ha molti modi di spiegare il mondo, esso è un pensatore, non un filosofo. Il filosofo non ne ha che uno solo. Egli è l'aspirante alla chiave universale, al cifrario mondiale. Ma nel suo fondo voi troverete sempre un dato imaginativo, un' apertura sul mondo incosciente : la rivelazione poetica. Dopo essa, tutto tace. Il filosofo è un uomo ragionevole che non è stato poeta che un solo istante, e dopo non si è più curato di tor-narl° ad essere. Quella goccia di poesia gli basta per togliervi dentro tutto 1' universo. È un uomo che non ha che una bella rima, e a questa è obbligato per sempre, j giorno in cui l'Idea si svelò ad Hegel, l'Io a Fichte, natura a Schelling, la volontà a Schopenhaner, la