alcune idee di un filosofo cinese ecc.
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pochi secoli in qua e specialmente in questi ultimi decenni ebbero luogo in Europa.
Tra gli ostacoli che impediscono tra noi la diffusione della conoscenza di queste idee, sono da annoverarsi le difficoltà che nascono dalla troppa grande diversità della lingua e della storia, per le quali accade che le allusioni non si capiscono, le immagini insolite ci turbano per la loro singolarità e ci spingono in tutt'altra via da quella che lo scrittore cinese aveva in mente.
Potremo conoscere un po' dì più, soltanto allorché, da un lato a poco a poco i personaggi della storia e delle leggende cinesi, le loro passioni, i loro sentimenti, ci saranno un po' meno estranei, e dall'altra, i traduttori, non più preoccupati dal timore di travisare o di tradire gli autori (da pochi decenni appena, i sinologi hanno dopo improbe fatiche insegnato a tradurre con rigore e precisione) seguiranno sempre più con maggior libertà e larghezza, il succedersi e il concatenarsi dei ragionamenti.
Ma questa via è lenta e difficile.
Ed appunto per contribuirvi un po' anch'io, mi è parso opportuno di far conoscere ai lettori del Leonardo, alcune idee di uno dei più acuti filosofi cinesi, avversari della scuola confuciana.
Ed ho scelto alcune tra le più paradossali idee del più celebre dei seguaci di Lao-tse, specialmente per questi motivi : che da un lato esse possono servire a dilucidare in alcuni punti l'opera eccessivamente concisa almeno per noi Europei, di Lao-tse, il grande avversario di Confucio che, di nome almeno, comincia ad esser conosciuto anche in Europa, (attraverso alle versioni molteplici, ma di assai ineguale valore del Tao-Te-King), e dall'altro lato porre in rilievo la enorme distanza che corre tra alcune singolari idee che non trovano riscontro che in pochi recenti pensatori un po'ec-centrici e solitari del nostro mondo europeo, e le idee di Confucio e della sua scuola.
Il nome di Chuang-tse fu forse portato per la prima volta in Europa dal P. Premare nella sua Notitia linguae sinicae (scritta nella prima metà del secolo XVIII, ma pubblicata per la prima v°lta a Malacca nel 1831 per cura degli inglesi).
Leon de Rosny nel 1874 tra i suoi Textes chinois anciens et wodernes, Paris, Maisonneuve, tradusse il primo capitolo.
F- H. Balfour fu il primo europeo che tradusse l'intiera °Pera: « The Divine classic of Nan-hua, being the Works ofChuang-isee Taoist philosopher, Shanghai 1881.
Altre due traduzioni in lingua inglese si ebbero per opera di