l'aristocrazia nuova
ioi
renza del pił assoluto comando, piccoli nella vastitą della loro opera nominale, piuttosto simboli che persone, nei quali il popolo vedeva se stesso. Solamente pił tardi, in una civiltą maturata; dalla filosofia e dalla scienza, dall'arte e dalla industria, apparvero le vere aristocrazie politiche, composte da gruppi di famiglie nobili nella tradizione e nobilitate dalla responsabilitą di un impero, che sollevava i loro individui al di sopra di se medesimi e nella rivalitą perfezionava le forme pił originali del carattere civile. Atene e Venezia, Roma e Londra ebbero lungamente nei Senati le pił magnifiche assemblee umane e videro sorgervi i modelli immortali dell'eloquenza e del pensiero politico.
Ma in tutte le aristocrazie, e le corporazioni stesse, anche le pił infime, ne componevano una, l'essenza era nel carattere e la virtł nel sacrificio : senza questa doppia necessitą l'individuo non avrebbe potuto superare se stesso. Isolato nella massa ed irresponsabile come in un turbine, il suo pensiero e la sua azione non avrebbero saputo mettervi la propria significazione : il genio solo, incontenibile nelle forme ordinarie, vi avrebbe agito colla strapotenza della sua forza rappresentativa, ma il genio non appare che a grandi intervalli, e la sua opera d'inizio o di conclusione non č che sintetica. L'aristocrazia quindi lo riassumeva, diminuendolo in un modo costante della vita, sino a farne l'elemento essenziale di un'epoca.
Ogni aristocrazia esprimeva dunque un progresso e una superioritą spirituale, condensando nella propria opera tutta la quantitą di pensiero maturata nella coscienza impersonale del popolo; ma progresso e superioritą, essendo parziali, dovevano colla propria virtł significare anche il proprio difetto ; e mentre sopra un lato dell'anima umana imprimevano il nobile segno dell'eroismo, sull'altro lasciavano allargarsi le vecchie stimmate dell' inferioritą. L'evidenza di questa contraddizione sale dalla superbia, che costringe l'eroe ai pił difficili sacrifici e sembra indennizzarlo col disprezzo che gli