Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

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a cura di Federico Adamoli

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   .107
   leonardo
   consente per tutti gli altri uomini delle classi subalterne. Il difetto delle antiche aristocrazie era appunto nel sentimento della disuguaglianza fra uomo e uomo, classe e classe : l'unità religiosa, anche quando non consacrava differenze di caste, non bastava a mantenere nella coscienza del popolo il principio della soavità : una indefinibile differenza separava i grandi dai piccoli, la virtù degli uni non era accessibile agli altri, il beneficio imponeva l'umiliazione, nessuna gradezza individuale sorgendo dal basso e superando i confini di classe, poteva porre un inferiore in una categoria superiore.
   L'eroismo epico non ci appare adesso che come l'esagerazione superba del carattere militare : la vera, profonda bontà umana raramente trasparisce dalla sua azione, che per essere bella ha bisogno di svolgersi nella decorazione di classe, e fuor di questa, nella nudità spirituale, diverrebbe impossibile o perderebbe quasi tutta la bellezza. L' idea religiosa, il principio politico non sono sufficienti a giustificare dinnanzi alla nostra coscienza l'antico, eroismo, mentre tante altre azioni intorno ad esse ci sembrano migliori. E ciò non per un mutamento di tempi, che non ci permetta d'intendere il passato, ma per il principio di uguaglianza, che domina la nostra coscienza. Tale principio, latente, mortificato, inspirava anche allora nell'anima umana parole e atti di una virtù superiore : lampi fra le tenebre, sorrisi di un'alba lontana.
   Nel cristianesimo brillò la prima negazione aristocratica.
   Se la schiavitù non venne subito soppressa, ogni disparità rimase sulla soglia del tempio cristiano, la confessione fu obbligo per tutti, per tutti la penitenza punì il peccato. La superbia dei grandi diede ancora all' eroismo i modi aggressivi e le forme oltraggiose delle antiche aristocrazie, ma contro gli eroi belli di passione mondana la chiesa pose l'ordine dei santi, che rinunciando al mondo lo dominavèno colla vittoria