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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

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a cura di Federico Adamoli

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   l'aristocrazia nuova
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   dell'umiltà nel prodigio di un amore senza ricambio, come il sole non chiede nulla alla terra.
   Il santo ebbe nel mondo cristiano, contro la virtù di classe, lo stesso ufficio del filosofo nell'antichità : una smentita in una virtù superiore, accessibile a tutti, senza sostegni artificiali, vivente nel sagrificio e di sacrificio. Così il giudizio della vita e della storia venne lentamente mutando : il. mondo rimase dentro le stesse necessità d'inganno e di violenza, alle quali l'eroismo doveva sottomettersi, ma nell'anima popolare brillavano già modelli più puri, tipi più alti.
   Poi la rivoluzione francese affermando l'uguaglianza civile decapitò tutte le aristocrazie.
   Adesso vi è ancora un problema dell'aristocrazia ? Potrà essa ricominciare dall'uguaglianza spirituale ?
   Come ? Dove ?
   L'aristocrazia è immortale.
   Lo superiorità, che preparava il carattere aristocratico, comincia nella natura degli individui : è una eccellenza che li rende diversi dalla folla e da essa facilmente riconoscibili : quindi per segreta affinità elettiva s'adunano, la loro medesima uguaglianza li gradua, le differenze di attitudini suggeriscono le gerarchie, l'unità dell'opera li fonde e la sua durata consolida il loro ordine. Cosi soltanto poterono operare nella storia, e tutto o quasi fu sagrificato alla loro conservazione. Allora la civiltà si svolgeva in quadri a grandi distanze di spazio o di tempo : quando una aristocrazia spariva, quasi sempre il popolo spariva con essa, ma nella segreta, invisibile unità della storia nè quell' idea, ne quella forma erano perdute.
   La funzione dell'aristocrazia diminuiva dunque col diffondersi della civiltà e nel l'uguagliarsi degli individui : più la sicurezza del deposito spirituale cresceva e minore diventava il sacrificio della sua salvaguardia : Più l'individuo saliva e più si attenuava la differenza di classe.
   Nella sembra dunque giustificare adesso un'altro pa-