l'aristocrazia nuova
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dentro la soglia gelida dell' inverno : tutti potranno cogliervi un fiore, e nessuno farvi una eredità : non vi saranno gradi, appunto perchè tutte le superiorità vi otterranno il proprio riconoscimento : non credo che si ripeteranno titoli e vi si rinnoveranno decorazioni. Domani forse tutti le ricuserebbero come un segno posto sopra una fisonomia non abbastanza significativa per apparire se stessa.
Se l'antica virtù aristocratica contrastava alla viltà della plebe, la nuova dovrà essere anche più alta giacché nel volgo saranno ricompresi tutti coloro, anche ricchi, anche dotti, che interpretando bassamente la vita ne umiliano la tragedia. Quindi i grandi solamente vi saranno servi, il genio che pensà per tutti, 1' eroe che si sacrifica per molti: non si crederà più possibile la grandezza che umilia, non si stimerà più una forza quella che non solleva. Siccome non vi saranno posti, che somiglino a plinti, l'autorità non potrà fingere la potenza e la fama simulare la gloria : e poiché la grandezza non ha altro premio che se stessa, i grandi soltanto potranno accontentarsene.
Oggi l'ombra delle vecchie classi divide ancora gli uomini, domani non sarà fra essi che una sola differenza : o aristocratico o plebeo. L'egoista chiuso in se stesso e che mente agli altri, o il forte che apre a tutti la propria anima come un ricovero e accende il proprio pensiero come una fiaccola nella notte.
Ma nessuno potrà redimere un altro.
La codarda teoria che lusinga il popolo dicendogli che la sua inferiorità è soltanto nella ingiustizia della legge, sarà lontana come adesso la menzogna degli ultimi cortigiani agli ultimi tiranni : non si può sopprimere in alcuno il tirocinio della libertà, nè concedere esercizio di diritti a chi non li senta ancora nella pro-Pria coscienza.
Non si diventa libero che innalzandosi ; non è possibile affermarsi davanti agli altri che nella sincerità di se stesso.