Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   .123 leonardo
   Clic verve, che spirito, che velocità ! Le frasi si seguono e si riprendono, si legano e si snodano, come un serpe, senza nessuna aria d'imbarazzo, anche se han l'aria di passare un abisso. Anzi, sopratutto, se han l'aria... C'è della mise en scène, dell'abilità d'impresario in questa gragnola di « concetti ». Sentite molto bene che vi si vuole sbalordire, o per lo meno meravigliare. Chi parla cambia tutte le parole usate, senza inventarne di nuove. Il simbolo, l'allegoria, la maschera, l'armonia, la musica, prendono sotto il correre dei periodi, dei sensi nuovi e strambi, subiscono dei traslocamenti di clima, degli sconvolgimenti d'organi, delle curiose flessioni morali valutative, dei rinnovamenti ed invecchiamenti improvvisi. Alcune idee si ingrandiscono fino ad abbracciare il mondo, altre si rassegnano ad impiccolirsi e quasi a scomparire. Sembra di assistere alla scenografia storica del periodo napoleonico ; i segni delle parole subiscono un assalto rivoluzionario ed imperiale ; la carta del mondo ideale si sfa e si rifa ogni istante.
   II.
   Dei mezzi adoprati dal Kassner si potrebbe parlare in un capitolo della retorica moderna : Des moyens d'épater les bourgeois. Tralascio la lingua : i francesismi frequenti, l'uso abbondante di parole francesi, rivelano subito lo stesso stato d'animo che han provato di fronte a! tedesco Schopenhauer e Nietzsche. In Kassner s'accentua : ciò che in lui è teatrale, complicato, scritto per la facciata, ha bisogno necessariamente della parola francese. Nello stile, notate subito l'uso della coppia antitetica, prolungato fino all' eccesso. Quello che nei francesi è soltanto la fine d'un capitolo, il riassunto breve e fulmineo d' un articolo, la frase fatta in modo da correre per ventiquattro ore traverso Parigi, nel Kassner diventa il metodo continuo e l'organismo necessario di tutta una pagina, e spesso di tutto un capitolo. Il simbolo e 1' allegoria, la musica e i principi (per non ricordarne altri) formano subito un opposizione sostanziale : così espressa ci colpisce per la sua inesistenza, ma il Kassner si spiega, e via via, per mezzo di frasi e di riprese e di legature sempre antitetiche, vi mostra la bontà del simbolo che raggiunge la realtà delle cose, e la falsità della allegoria che rappresenta il compromesso fra la realtà e bisogni pratici. Questo solo ci dice subito, che quel che dice il Kassner non si ridice ; si corre rischio di spiacere anche a lui, che non ama coloro che « dicono troppo e dicono poco ». Non si ridice perchè tutta la bellezza dell'opera sta nel come dice e non nel cosa dice : nella