Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   leonardo
   la cattiva riuscita dei connubii che abbiamo fatto con altri gruppi. A causa appunto dell' interesse da noi svegliato non è stato possibile, meno che per un brevissimo periodo, fare una rivista assolutamente personale, vale a dire scritta interamente da noi due. Per tre volte abbiamo accolti con noi uomini diversi e per tre volte abbiamo dovuto riconoscere 1' impossibilità delle mescolanze. Il primo connubio è. stato quello coi letterati e i pittori che fini subito, grazie alla fondazione dell'effimero Hermes — il secondo è stato coi logici, coi matematici e gli analitici i quali si son resi intollerabili per la loro mancanza di tolle-raoza e per la loro incapacità di comprendere il lato artistico e avventuroso della nostra opera — e il terzo cogli occultisti dai quali, fin dall'ultimo numero, ci siamo definitivamente staccati. Per tornare del tutto soli bisognerebbe rompere violentemente amicizie, rapporti, interessi — e d'altra parte non vogliamo tentare nuove combinazioni che non potrebbero avere miglior fine delle altre e non vogliamo, soprattutto, che il Leonardo possa essere sfruttato da piccoli arrivisti intellettuali che si divertono a giuocare la terna della ribellione per giungere più facilmente ed arraffare una qualsiasi gloriuccia.
   I resultati di queste nostre associazioni momentanee sono stati poco piacevoli e per quanto fino all'ultimo il Leonardo non abbia perduto quella fierezza e quella spontaneità, che furono fra le sue doti migliori, pure le varie influenze che in esso si sono avvicendate hanno lasciato le loro traccie e in certi momenti il Leonardo è stato un po'troppo agghindato e decadente — in altri troppo serio è quasi accademico — e perfino, per quanto ci meravigli questa confessione, troppo assurdo e fantastico.
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   Ma poiché non vogliamo tener niente nascosto diremo apertamente che tutto questo non sarebbe bastato a farci interrompere l'opera nostra se non vi fossero state altre ragioni più interne e perciò più importanti.