Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   leonardo
   rata eterna del tempo, noi, cari ov,i7tapavenpto,i£vot che non crediamo al gioco della gioia, od alla felicità degli stupidi, noi che crediamo soltanto alla sventura.
   Ecco come si affollano in innumerevole moltitudine tutti gli infelici. Però molti sono quelli che si credono chiamati, pochi sono gli eletti. Bisogna fare una separazione fra di loro — una parola e la massa sparisce ; esclusi sono, ospiti non invitati, tutti quelli che trovano che la morte sia la più grande disgrazia, che sono diventati infelici, poiché temono la morte; perchè noi, cari 3v,ijratpave*pa)(i6v0i noi, come i soldati romani, non temiamo la morte, ma conosciamo peggiori disgrazie, e, prima di tutto — il vivere. Se ci fosse un uomo che non potesse morire, se fosse vero ciò che racconta la leggenda dell' ebreo errante, come potremmo esitare a dichiararlo il più infelice ? Così, si potrebbe spiegare perchè la tomba era vuota, per significare che il più infelice è quello che non potè morire, che non potè fuggire in una tomba. Così la questione sarebbe decisa e la risposta facile ; perchè il più infelice sarebbe quello che non potè morire, felice colui che potè morire; felice colui che morì nella vecchiaia, più felice colui che morì nella gioventù, il più felice colui che morì nascendo, il più felice di tutti quello che non fu mai nato. Ma questo non è il caso, perchè la morte è felicità comune a tutti gli uomini, e bisogna cercarlo con questa esclusione, perchè il più infelice non è stato trovato.
   Ecco: la folla sparì, il numero diminuì. Ora non dico : datemi la vostra attenzione, perchè io so che l'ho ; non dico : prestatemi i vostri orecchi, perchè so che essi mi appartengono. I vostri occhi brillano, voi vi drizzate sulle sedie. E una gara alla quale vale la pena di prender parte, una lotta ancora più terribile che se fosse per la vita e per la morte ; perchè la morte non la temiamo. Ma la ricompensa è più grandiosa di ogni altra nel mondo e più sicura ; perchè colui che è sicuro di essere il più infelice, non ha bisogno di temere la feli-