Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   il l'iu infelice
   267
   cita, e non avrà l'umiliazione nell'ultima sua ora di dover gridare : Solone, Solone, Solone I
   Dunque inauguriamo un libero concorso, dal quale nessuno sarà escluso nè per la professione, nè per l'età. Nessuno sarà escluso se non il felice e colui che teme la morte — benvenuto è ogni degno socio della comunità degli infelici; la presidenza è destinata a ogni vero infelice ; la tomba al più infelice. La mia voce si volse anche ai tempi passati, perchè non saremo tanto sofistici da escludere i morti, perchè sono morti, poiché hanno vissuto. Vi scongiuro, perdonate che io per un momento interrompa la vostra quiete ; recatevi a questa tomba vuota. Tre volte lo grido ad alta voce per il mondo. Sentite questo, voi infelici, perchè non è nostra intenzione decidere questa cosa fra noi, qui in un ripostiglio del mondo. Il luogo è trovato, dove essa deve essere decisa per tutto il mondo.
   Però prima di passare ad esaminare, uno per uno, i concorrenti, rendiamoci atti a sedere come degni giudici e combattenti. Rinforziamo il nostro pensiero, armiamolo contro la seduzione dell' orecchio ; perchè quale voce è tanto insinuante quanto quella degli infelici, quale tanto fascinante quanto quella dell' infelice, quando egli parla della propria sventura. Rendiamoci degni di essere giudici, combattenti, perchè non perdiamo la sintesi, e non ci lasciamo disturbare dai singoli, giacché l'eloquenza del dolore è infinita ed infinitamente ingegnosa. Divideremo gli infelici in tante schiere, e soltanto uno avrà la parola per ciascuna schiera; perchè non negheremo che nessun individuo particolare è il più infelice, ma bensì una classe; ma nonostante non esiteremo ad accordare al rappresentante di questa classe il nome di più infelice, e non esiteremo ad accordargli la tomba.
   In tutti gli scritti sistematici di Hegel vi è un capitolo che tratta della coscienza infelice. Con una fervente inquietudine e con tremore di cuore si incomincia sempre la lettura di tali ricerche, avendo paura di sapere troppo o troppo poco. La coscienza infelice è una parola.