Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

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a cura di Federico Adamoli

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   leonardo
   pura pazzia, ma però non è cosi ; cioè, l'individualità sperante non spera certo qualcosa, che non abbia realtà per essa, ma spera qualcosa, che essa sa non realizzabile. Perchè quando un' individualità, perdendo la speranza, invece di diventare un' individualità ricordante vuole continuare ad essere sperante, abbiamo una tale formazione. Quando un' individualità, perdendo il ricordo o non avendo nulla da ricordare, non vuole diventare sperante, ma continuare ad essere ricordante, abbiamo una formazione dell' infelice. Se un individuo si perdesse nell'antichità o nel medio evo o in qualsiasi altra epoca, ma in tal modo, che esso avesse una realtà assoluta per lui, o se egli si perdesse nella propria fanciullezza o gioventù, egli non sarebbe veramente in tutto il rigore dell'espressione un infelice. Al contrario se io m'immaginassi un' uomo, che non avesse avuto nessuna fanciullezza, essendo passata questa età senza vera importanza per lui, ma il quale ora, per esempio, diventando maestro di bambini, scoprisse tutto il bello della fanciullezza e volesse ricordare la propria infanzia, sempre averla dinanzi a sè, sarebbe un' esempio conveniente. A ritroso egli scoprirebbe 1* importanza di ciò che era passato per lui e che egli però voleva ricordare con tutta la sua significazione. Se io immaginassi un uomo che fosse vissuto senza capire la gioia ed il godimento della vita, ed il quale ora, nel momento della morte, lo scopre, se io m'immaginassi che egli non muore — ciò che sarebbe il meglio — ma resuscita, però senza poter rivivere la vita, allora sarebbe egli da considerare quando si discute chi è il più infelice.
   Le individualità infelici della speranza non hanno mai un carattere doloroso come quelle del ricordo. Le individualità speranti hanno sempre una disillusione meno dolorosa. Per cui il più infelice sarà sempre da cercare fra le individualità infelici del ricordo.
   Però, passeremo oltre, e ci immagineremo una combinazione delle due formazioni descritte, infelici in tutto il rigore dell'estensione. L* individualità infelice della