•274
LEONARDO
I suoi capelli sono grigi, il capo chino, il volto scarno, l'anima afflitta. E' il padre del figlio prodigo. Come Giobbe egli perdè quel che gli era più caro nel mondo, però il Signore non lo prese, ma il nemico ; egli non lo perdette, ma va perdendolo ; tutto non gli è stato tolto, ma sta sparendo. Egli non sta al focolare coperto di cenerò e di cilicio: egli ha abbandonato la sua casa, ha lasciato tutto per cercare il figlio perduto ; egli stende il braccio, ma non può afferrarlo ; egli lo chiama, ma la sua voce non lo raggiunge !
Ma però egli spera, benché fra lagrime; lo intravvede, benché fra nebbia ; lo raggiunge, benché nella morte. La sua speranza lo fa vecchio, e nient'altro che questa speranza per la quale egli vive lo lega al mondo. I suoi piedi sono stanchi, gli occhi velati, il corpo cerca il riposo, la sua speranza vive. I capelli sono grigi, il corpo caduco, i piedi si fermano, il cuore si spezza, la sua speranza vive. Alzatelo, cari 3vtHtapavs«po),i6v«, egli fù infelice.
Quale è quella figura pallida, esaurita come l'ombra d' un morto 1 II suo nome è dimenticato, molti secoli sono trascorsi dopo quei giorni. Egli era un giovane, era un entusiasta. Cercava il martirio. Nella fantasia si vedeva inchiodato nella croce e s' immaginava il cielo aperto : ma la realtà gli era troppo pesante, l'estasi passò, egli rinnegò il suo Signore e se stesso. Egli voleva portare un mondo ma si ruppe le reni ; la sua anima non fu schiacciata, non fu distrutta, essa fu rotta, il suo spirito divenne storpio, la sua anima paralitica. Felicitatelo, cari av,irapavexpu),jLsvoi, egli era infelice. E però egli fu felice, divenne ciò che desiderava, divenne martire, benché il suo martirio non fosse quello che egli avrebbe voluto, cioè di essere inchiodato sulla croce o buttato alle belve, mentre egli fu bruciato vivo e a poco a poco consumato da un fuoco lento.
Una ragazza sta là pensierosa. Il suo amore fu infedele. Di questo non si può tener conto.
Ragazze, guardate dunque i visi seri dell'assemblea!