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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   il l'iu infelice
   275
   Essa ha sentito disgrazie più terribili, la sua anima coraggiosa ne domanda delle più grandi. Ma io l'amavo con tutta la mia anima, con tutto il mio cuore, con tutto il mio pensiero. — Questo l'abbiamo già sentito un'altra volta, non affaticare la nostra brama impaziente ; tu puoi ricordare e piangere. — No, io non posso piangere ; perchè forse egli non mi era infedele, forse non era un' ingannatore. — Come, non puoi piangere ? Avvicinati, eletta fra le ragazze, perdona al giudice rigido che egli un momento abbia voluto respingerti. Tu non puoi piangere, ma puoi allora sperare. —- No, io non posso sperare ; perchè egli era un'enimma. — Ebbene, ragazza, ti comprendo, tu stai in alto nella scala dell' infelicità ; guardatela, cari av,i7tapavs>tpw,i£voi, è quasi in sulla cima dell' infelicità. Però, tu devi dividerti, tu puoi sperare il giorno, e piangere la notte, o piangere il giorno e sperare la notte. Sii fiera ; perchè della felicità non si deve mai essere orgogliosi, ma dell'infelicità. Certamente tu non sei la più infelice, ma non è il vostro parere, cari av,irae(iavExpo>,ievot, che noi le aggiudichiamo un' onorevole « accessit ? » Non possiamo aggiudicarle la tomba ma il posto più vicino ad essa.
   Perchè, eccolo, il messo del regno dei sospiri, l'eletto favorito delle sofferenze, l'apostolo dell'afflizione, l'amico silenzioso del dolore, l'amante infelice del ricordo, nel suo ricordare turbato dalla luce della speranza, nel suo sperare ingannato dalle ombre del ricordo. 11 suo capo è oppresso, le ginocchia si piegano, eppure egli riposa solamente su se stesso. Egli è floscio, eppure quanto vigoroso, i suoi occhi non sembra che abbiano sparso, ma bevuto molte lagrime, e però vi arde dentro un fuoco che potrebbe consumare tutto il mondo, ma non una scheggia del dolore nel proprio petto ; egli è chino, nonostante la sua gioventù gli si augura una vita lunga, la sua bocca sorride di quel mondo che lo comprende male.
   Alzatevi, cari av,inapavexpo>,iev«, chinatevi, testimoni del dolore, in quest'ora solenne. Ti saluto, grande scono-