Il Signor Garibaldi e i suoi tempi.
Qualche tempo fa l'ignoranza plebea sedotta dalla malignità settaria onorò dei suoi gridi ignobili Giordano Bruno — filosofo e mistico ; e fu il trionfo della menzogna, nel basso che non capiva e non sapeva di non capire, nell' alto che con ignoranza o con coscienza guidava la folla. Oggi sono le onoranze a Giuseppe Garibaldi, che noi, da persone credenti nei valori dello spirito, non possiamo lasciare passare senza estrarne il triste significato per l'Italia.
L'unanime melodrammatico accordo verdiano delle folle puzzolenti con le autorità briache di retorica, dei proletari pulciosi con gli impiegatuzzi profumati, avvenuto fra le note del fatidico e volgarissimo inno, è uno dei sintomi più tristi dell'amore dei nostri compatriotti per ciò che è fortunato nella pratica e meschino nella teoria, bravo a menar le mani ma debole ad adoprare la testa. Garibaldi — occorre dirlo, se non altro perchè di qui a cento anni non ci abbiano a prendere in giro tutti quanti — fu un soldato fortunato, un soldato di impulso, uno di quelli che per le strade si mettono in mezzo a tutte le liti e a tutte le questioni, e appena vedon tirar le orecchie a un ragazzo gridano alla barbarie, e sbraitano di diritto e di umanità.
Fu un coraggioso, un bravo : nessuno lo nega ; e nel quattrocento ne sarebbe escito un magnifico condottiere. Ma non ebbe mai nè idee chiare, nè sentimenti netti : repubblicano e monarchico, fu di quelli che restano in mezzo, e pur di fare le cose si contentano anche se riescono male. Mazzini è un individuo che lo sorpassa cento volte, superiore per mente e per carattere. Egli non avrebbe accettato vie di mezzo, termini di compromesso, e Italie rabberciate come la nostra. Garibaldi è perciò il tipo rappresen-