Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   schermagli!:
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   d'Italia e formare così il trust del teatro di prosa. Finalmente le « cose ' del signor Giacosa e del signor Praga sono ridotte a parere quello che veramente sono : un oggetto di lucro ; e perciò l'atto dei fratelli Chiarella che le sottopone alle stesse soggezioni economiche delle pere siroppate e delle fascie per erniosi mi è stato di grandissima consolazione.
   Molti articoli sono apparsi e molti ordini del giorno sono stati invero votati contro questo trust. Ma è sperabile che i signori Chiarella sian ricchi di ostinazione quanto di denaro, e non si lascino spaventare dalle grandi frasi di libertà artistica e di teatro nazionale. Se mai avessero paura ci pensino bene; e si rammentino che non hanno da provare nessun scrupolo di coscienza, perchè non trattano con artisti, ma con speculatori. Anche gli speculatori, si sa, parlano ogni tanto di patria; ma ormai questa parola ha fatto il suo tempo e quando la sentiamo in bocca ai borsisti di Genova, ridiamo. Sarebbe tempo di ridere anche della libertà e del teatro nazionale che presso i moderni fabbricatori di commedie non hanno altro senso che questo : uniformarsi ai gusti del pubblico e copiare gli autori stranieri fortunati : dico i fortu -nati, non i grandi. Vorrei vedere un poco ! perchè ogni anno escon fuori una diecina di « novità » scritte in italiano, dovrei esser persuaso che esiste un teatro italiano ? e quando perfino d'Annunzio, il quale aveva almeno il buon gusto di scrivere cose ir-rappresentabili, si mette a « far « del teatro borghese, e va a braccetto con Praga, con quel Praga di cui tutti dovrebbero conoscere le ciniche dichiarazioni economiche riguardanti la sua vocazione teatrale — dovrei credere ancora alla libertà artistica ?
   È tutta questione di borsa. Si fa del teatro, perchè il teatro rende, ecco tutto. E se quei poco simpatici messeri che stanno nella gran Borsa del Teatro, a Milano, avessero avuto diecimila franchi di rendita, non avrebbero mai scritte due righe di dialogo.
   Sia benvenuto il trust. Esso toglie le maschere delle bugie ufficiali. Il bordello teatrale, con i suoi buffoni e le sue cortigiane, con tutta la sua vita artificiale è ridotto finalmente alla sua vera apparenza Se ne stia là, con i suoi mimi osceni e i pagliacci pallidi e le scimmie ballerine e ci si scriva sopra in bel stile parigino, con molta luce elettrica :
   Maison de rapport.