SCHERMAGLI!:
297
Per non fare troppe lungaggini dirò subito che io sono un industriale ritirato da poco tempo dagli affari; ho messo insieme un discreto capitale che mi permette di vivere finché non trionferà qualche grossa rivoluzione. Trovandomi costretto all' inazione ho pensato di passare il tempo studiando un po' e per entrare nel mondo più opposto a quello in cui ero abituato a vivere ho scelto la filosofìa. Abituato nella mia industria (la fabbrica delle macchine agricolel a cercare sempre gli ultimi modelli m'informai subito quale fosse la filosofia più richiesta in questo momento.
Nessuno, veramente, voleva darmi questa informazione. Ogni professore mi diceva che la filosofia ultima ed eterna era la sua o quella ch'egli insegnava e siccome ognuno mi suggeriva un nome diverso mi trovavo terribilmente imbarazzato. Finalmente ebbi la buona idea di fare la mia domanda a un grande libraio ed ebbi per risposta che il sistema più alla moda, più ricercato, più venduto era il Pragmatismo. Senza metter tempo in mezzo comprai alcuni libri di filosofi che mi dissero esser pragmatisti e siccome seppi ben presto che il Leonardo era l'organo italiano di questa accreditata filosofia mi rassegnai a spender cento lire per avere la collezione completa della vostra rivista.
Ho letto, dunque, nei miei ozi forzati, tutto quello che ho potuto sul Pragmatismo. Ho letto gli articoli del vostro Peirce, i libri del vostro James, del vostro Schiller, del vostro Mach, del vostro Poincaré, del vostro Bergson. E • ho letto anche — con un certo piacere, lo confesso — i vostri articoli e gli articoli dei vostri critici. Non per questo ho il coraggio di affermare che mi son fatta una idea chiara di quello che sia codesto vostro duplice triplice o quadruplice Pragmatismo ma sembrami per lo meno di avere afferrato quali siano le principali tendenze che si trovano in esso.
La più evidente è questa: che voi desiderate che il pensiero serva a qualche cosa, vale a dire credete che le verità hanno la loro importanza nel fatto di farci prevedere certi effetti e nel consigliarci qualche regola di condotta. Tutte le frasi che non ci fanno prevedere qualcosa, dice l'egregio signor Mario Calderoni, non significano nulla. E quanto insistete sul senso e il non senso ! Prima io credevo che il senso della parola « senso » potesse essere anche un altro. Questo : hanno senso quelle frasi mercè le quali gli uomini s'intendono, vanno d'accordo e fanno le medesime cose. In questo senso della parola « senso » mi pare che le famose « frasi vuote » e le proposizioni metafisiche e religiose tanto dispregiate