Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   alleati e nemici 338
   stificassero le più brutali cupidigie egoistiche mentre le più nobili attività dell'anima fossero invece considerate come morbose deviazioni del beli'animale-uomo.
   Il Sera ha rasentato questo pericolo ben da vicino, ma lo ha infine sfuggito, grazie alla sua intelligenza sana e sincera, che gli ha fatto riconoscere la meschinità e la falsità sostanziale di un simile punto di vista.
   Non ad ogni lettore tale superamento apparirà evidente ed invero molte pagine nel volume del Sera si prestano ad un'interpretazione puramente egotistica e materialistica ; e sarebbe quindi tutt'altro che difficile ad un Critico di malumore di far passare il Sera per un nietzschiano positivista (connubio antipatico quant'altri mai !); ma ognuno cerca nei libri ciò che a lui piace e non è mia colpa se le gemme mi attirano più della scoria.
   Del resto, da chi non misura le idee col metro ma riconosce che una frase può essere più significativa di un capitolo, come può essere negato il superamento accennato se si trovano nel volume periodi come questo :
   « La ricchezza e grandezza del sentimento, la capacità di simpatizzare, il che equivale a dire di comprender gli uomini (questa magnifica e sovrana delle qualità morali nella quale tutte le forme svariate di intelligenza veramente superiore convengono), la dipendono strettamente da una certa diminuzione della energia brutale e fisica, da un certo affaissement della bestia, dell'animalità sana nell'uomo » (123).
   Ma quanto voglio mostrare appare ancor più evidente nello Epilogo, brevissimo ma denso di pensiero, che per me costituisce la migliore giustificazione ed il più severo giudizio su tutto il libro ed è veramente un grandioso « allargamento di prospettiva » intellettuale, non raggiunto facilmente in un momento di felice intuizione, ma acquistato faticosamente e nobilmente attraverso un lungo ed irrequieto studio, uu' incessante e curiosa indagine delle leggi che governano i moti dell'anima e i destini dei popoli.
   Ed ecco alcune parole dell' Epilogo :
   « Chi sa se la socialità intiera colle sue basse necessità, colla diminuzione e degradazione imposta alla persona umana non sia stata un semplice episodio, un'ambage, un piccolo strumento per la Natura allo scopo di rendere a tutti gli uomini l'originale valore ?......Perchè parlare di opposizione fra società e Natura,
   socialità e amore ?