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Manuale di Regolamenti
(Regolamento di disciplina militare - Ginnastica militare - Addestramento tattico e tecnico)

pagine 725



Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'opera loro riesca coordinata e perciò più efficace, tanto in pace quanto sul campo di battaglia.
   385. Il comandante di compagnia deve procurare che ognuno degli ufficiali e graduati dipendenti abbia una idea netta e precisa dei propri doveri, e che ciascuno li adempia, tenendosi però sempre nei limiti della sfera d'azione determinatagli dai regolamenti, non invadendo l'altrui campo, nè accollando ad altri la propria responsabilità.
   386. Lascia, perciò, ai subordinati la cura e la esecuzione dei particolari, e riserva a sè la vigilanza e la direzione generale, coordinando le operazioni individuali in modo che ne risulti il buon andamento di tutta la compagnia.
   Ma, mentre lascia ciascuno libero entro la sfera i delle proprie attribuzioni, non però lo abbandona a sò stesso; e tratto tratto riscontra di presenza e minutamente ogni cosa, per accertarsi che la esecuzione corrisponda esattamente alle istruzioni che ha date, ed approva, corregge, punisce, rispettando però sempre le convenienze gerarchiche.
   387. Egli deve studiare attentamente l'indole dei suoi subordinati, e vegliare sulla loro condotta; aiutarli di consigli, di conforto, e non perderli mai d'occhio: indagare a quali servizi siano più particolarmente adatti, ma alternarli di tanto in tanto, al fine di far loro apprendere tutte le parti del loro mestiere. Deve abituarli a quel complesso di autorità e di responsabilità che costituisce l'essenza della gerarchia, ed abilitarli al grado ed all'impiego superiore, facendone loro talvolta esercitare le attribuzioni .
   È per tal modo, cioè formando la loro istruzione ed educazione e procurando efficacemente il loro benessere, che il comandante della compagnia prova ai dipendenti il valore della propria capacità ed esperienza, ispira fiducia nella solidità del proprio carattere, e viene quindi ad acquistare su di essi quell'autorità morale che si richiede per poterli padroneggiare con salda mano e far loro intrepidamente affrontare ogni pericolo.
   388. Quando deve assentarsi temporaneamente per licènza o per altro motivo, dà a chi deve farne le veci le convenienti istruzioni, non dimenticando