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FEDERICO SCHILLER
presentazione di essi non ebbe però l'esito fortunatissimo del primo, pur ottenendo plausi e consensi.
Uni-ante la permanenza in questa città s'innamorò di una giovinetta. Laura Scliwan. figlia di un consigliere di eoi-te e la chiese in isposa, ma non la ottenne e si trasferì a Lipsia, dove fu preso dalle grazie di un'altra giovane, fidanzata con un suo amico. Accecato dalla passione, la segui a Dresda, ma, giunto quivi, con grande strazio del suo cuore, la lasciò, in ossequio alla sua coscienza retta, clic gì' imponeva il distacco. Quotò le angoseie del suo cuore compiendo il Don ('orlo*. Spinto poi dalla sua irrequietezza e forse anche dal desiderio di conoscere da vicino la città che, in grazia del favore che vi era accordato agli studi letterari e scientifici, era ehia-riata I'.! fair della Germania, andò illsTi a Weimar, ea pitale del Granducato di Sassonia Weimar e capoluogo del principato omonimo, e vi conobbe Wolfango Goethe, che aveva appreso ad ammirare attraverso le pagine del Werther e del Faust e gli entusiastici racconti degli amici.
Lrano due temperamenti affatto opposti: l'uno seri 110, olimpico, dominatore, contento ili sè : l'altro agi tato, convulso, tiranneggiato dalle passioni, malinconico, facile alle esaltazioni e agli abbattimenti, in continua guerra con sè stesso. Ma poiché si furono incontrati, il Goethe prese a studiare con interesse sempre più vivo questo poeta giovane, pieno di dolore e di entusiasmo, di amore e di bontà, mentre questi riguardava con sempre minore riluttanza quel genio bello, maestoso, sprezzante, felice. Si vollero bene alla fine, si completarono, divennero inseparabili. Il Goethe, per aver sempre vicino il suo nuovo amico, gli ottenne la cattedra di storia neU'Fni versila di Jena, e da questa città, assai vicina a Weimar, il nuovo professore di storia, che riempiva di stupore con le sue lezioni gli uditori, tornava con grandissima frequenza a Weimar, dove l'amico era tutto.