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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   VITA ED OPERE
   Ma la cattedra, l'amicizia del grande, i plausi 'che ogni dì riceveva, non valevano a riempire il vuoto che nell'anima sentiva, e cercò ancora l'amore, tornò con nuovo trasporto agli stùdi: L'amore gli fruttò un ma frimonio (1790), gli studi la magnifica Storia della ijn'erra del 1rent'anni, e l'uno e gli altri insieme gli produssero un tale esaurimento nervoso, che lo condusse alla miseria e quasi alla morte.
   Carlo Augusto, granduca di Weimar, gii assegnò subito una pensione di tremila lire, perchè»potesse riscattarsi dalla miseria : ma per rifarsi fisicamente egli tornò a Stuttgart. Sebbene vi dimorasse un anno intero, non potè però riacquistare il vigore di prima, onde tornò a •lena, e, per poter vivere e lavorare nella quiete più profonda e più indisturbata, si abituò a dormire di giorno e a vegliare e lavorare di notte; riprese con più ardore di prima la lettura dei classici greci, e, ispirato dagli studi che gli avevano fornito i materiali per la Storia della    La trilogia fu infatti rappresentata nel teatro di Weimar nel 179S e impressionò vivamente per la sua sciupìi cità grandiosa ed, austera, per l'impeto quasi selvaggio dell'azione e per la splendida varietà delle figure.
   Attratto sempre più dall'amicizia del Goethe e dalla presenza di Cristoforo Martino Wieland (1733-1813), il dolce, grazioso ed arguto autore di Ghermì : di Giovanni Goffredo Herder (1741-1803), il grande filosofo e storico e poeta e critico d'arte, e dal fascino che esercitava su di