X
FEDERICO SCHILLER
lui il teatro, si ritirò a Weimar, dove trovava tutto ciò •he poteva soddisfare il suo spirito e il suo cuore.
E infatti in questa dimora incantevole e tranquilla, imbastì poemi, compose molte e appassionate liriche, tra-lusse parecchi componimenti di autori diversi e scrisse nfine un altro grandioso dramma : Maria Stuarda (Maria Stuart, 1800), che fece recitare nel teatro di Weimar, e che riscosse la più grande e più sincera ammirazione del Goethe.
L'anno seguente (1801) poi, portò sulla scena un'altra tragedia : La Vergine d'Orléans (Die Iungfrau von Orléans), che ottenne grandi onori in Weimar e destò, ovunque fu recitata, un grande e schietto entusiasmo popolare.
Tennero dietro a questo un altro dramma : La fidanzata di Messina (Die Braut rem Messina, 1803), e molte traduzioni da Euripide, dallo Shakespeare, dal Eacine dall'italiano Carlo Gozzi.
Il poeta sentiva, però che la vita lo abbandonava •* volle quindi raccogliere, prima di finire, le forze più pure del suo genio e del suo cuore a dar vita a quella che doveva essere, e voleva che fosse, la sua grande opera, e creò Guglielmo Teli (Wilhelm Teli, 1804), l'ultimo suo dramma, solenne canto di libertà e di patrio amore, la più perfetta delle sue creazioni.
Lo sforzo fatto nel comporre quest'ultimo portento della sua prodigiosa fantasia, gli studi incessanti, lo scontento interiore, fattosi più acuto e profondo con gli anni e con lo studio, lo indebolirono eccessivamente e il male che, durante la v a, era venuto lentamente corrodendo le sue fibre, d; de l'ultimo assalto al suo povero corpo in disfacimento, e il 9 di maggio 1805, a quarantacinque anni, la sua vita di sogno e di tormento cessò. Il grande amico, Wolfango Goethe, ne cantò la morte, e i! Granduca, i signori tutti, il popolo, lo onorarono di sin-cerissimo compianto.