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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   \ITA ED OPERE
   XVJI
   volto dalla procella por salvare un cittadino ohe ha osato ribellarsi al tiranno ed è ricorcato a morte; od egli, egli ohe è venuto por caso in quel punto della riva, dopo aver invano con nobili e acute risposto tentato di confutare le egoistiche ragioni del marinaio, non pensando che, come il perseguitato, ha anch'egli moglie e tigli e memore solo delia morte ohe incalza un ribello alla tirannia, balza col fuggiasco sulla fragile navicella e lo trae a salvamento. K, olio diro del suo contegno, e prima e dopo la terribile prova, verso il balivocosì freddo, così cinico e beffardo e così bestialmente crudele? Egli non dà in smanie, non insulta, min impreca, non si perde in inutili preghiere, lo esorta piuttosto a meditare sulla ferocia della sua richiesta. e, visto oh'ò dura impresa tentar di muovere quel cuore di macigno, mentre gli altri mescono preghi, rimbrotti e minaccio, egli scaglia il dardo e, colpito il pomo, non si abbandona all'esultanza, ma, come avesse compiuto uno dogli atti più consueti, rimano composto, placido, (piasi indifferente, e al mostro che gli chiede ragione dell'altro dardo, che furtivamente aveva riposto nella cintura, risponde tranquillamente di averlo serbato por lui, se mai avesse colpito col primo il figliuolo.
   Non meno nobili e solenni dei suoi atti, sono le risposto. Al muratore che, nella piazza di Altorf, gli addita dolente i poderosi archi e i pilastri che daranno alla fortezza del tiranno una consistenza eterna, dice sempli coniente :
   Ciò che l'uomo innalza
   ¦ ¦
   Abbattere può l'uomo, e, additandogli le montagne che incombono gigantesche,
   : , noi 11 l m i, > •
   Ecco le mura Date alla nostra libertà dal cielo.