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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   atto primo — scena i.
   11
   65 Modular, la profana, invereconde
   Canzonette d'amor.
   Anna Questa è la*sorte
   Di chi pur tra le fasce era. sovrana? In corte d'una Medici7 educata Mollemente nel fasto e nel diletto? M Non basta che si tolga all'infelice
   E possa e libertà, senza negarle Ogni breve sollievo? Il generoso Animo alla sventura alfin s'avvezza, Ma crudele è la man che gli contende 65 Questi miseri fregi della vita.
   Paulet Essi non fanno che piegar lo spirto In mondane follie, quando in se stesso Volgere si dovrebbe e ripentirsi. Gli anni nel vizio e nel piacer perduti 70 Trovano emenda ili umiltà di stato.
   Anna S'ella errò negl'incauti anni primieri, A Dio daranne ed al suo cor ragione ; Ma non avvi in Bretagna un uom che possa A giudizio chiamarla.
   Paulet Ove mal fece
   73 Troverà la condanna.
   Anna Anguste troppo-
   Per malfar la meschina luti le catene.
   Paulet Ma non seppe costei dalle catene Liberarsi una mano, e per le vie Dell'attonita Londra e d'Anglia tutta, s,} Alto levarla ed agitar la face
   Della rabbia civile? Il braccio forse Non armò di sicarj e di furenti, Minacciando di morte il sacro capo
   7 d'una Medici: Caterina de' Medici, figlia di Lorenzo, duca di Urbino, e di Maddalena de Latour, Contessa di Bou-lognc. Sposò, nel 1553, il secondo figlio del re di Francia Francesco I, duca d'Orléans e poi re Enrico II. Presso di lei, conte si è detto (T. Riassunto), Maria di Lorena condusse la figliuola, che crebbe trai le raffi-nate squisitezze di quella Corte.