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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   atto primo — scena i.
   13
   «3 l] patibolo io veggo, e non ho speme
   Glie cessi al fin la necessaria strage, Se la fonte de' mali, e la più rea Non vi resta immolata,! — Oli mille volte Mala-detto quel dì che raccogliemmo loa Ospitalmente questa nuova Eléna ! 11
   Anna Raccolta ospitalmente?... Ah sventurata ! Da quel dì che raminga a queste rive Tolse incauta le piante, una difesa, Un asilo pregando alla sorella. ; i<» Contro il dritto de' regni e de' regnanti, Fu sepolta in un carcere, e costretta A sfiorar nel dolore i suoi begli anni; Ed or che tollerò quanto d'amaro Chiude iu sè la prigione, or alle sbarre 110 D'un pubblico giudizio'12, alla vergogna D'un'accusa mortale è strascinata, Pari a vii delinquente... una regina! Paulet A guisa d'una rea, d'un'omicida, Dal suo popolo espulsa e dall'avito 115 Trono balzata, che di gravi colpe
   Svergognò per molt'anni, ellai qui venne, Ferma di rovesciarne il lieto Stato, Di ritornarne ai sanguinosi tempi
   11 nuova Eléna: cioè Maria Stuarda, che, secondo Paulet, e per i costumi e per la bellezza e per i danni o le molestie che procura all'Inghilterra,, è paragonai)ile all'antica Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, che tradì il marito fuggendo con Paride, figlio di Priamo, re di Troja e fu quindi cagione della guerra troiana, resa- memorabile da Omero nel!Iliade.
   12 d'un pubblico giudizio: è quello della Commissione, costituita in Alta Corte di Giustizia, dinanzi alla quale, dopo vani rifiuti, fini col comparire Maria il lJf di ottobre del 1580 e che la condannò a morte. Era composta di quaranta membri e presieduta dal Lord Cancelliere li romici/. Essa si riunì in una sala del castello di Fotheringay.