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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   atto primo — scena Vii. 31
   Del suo duro custode? or ohe per giunta Un secondo n'acquista in quel villano Vostro nipote, e al carcere si vede Raddoppiati i cancelli?... Paulet E qual cancello
   Dall'arte di costei mi fa securo? ( 'hi mi sa dir se le ferrate imposte Qualche limai notturna abbia corrose?
   0 disotto al terremo o nel parete, Immobile all'aspetto, unai segreta Cavità si nasconda, e, me dormente, Introduca di furto il traditore?
   Oli sia pur maladetto il tristo' uticio Che mi condanna a vigilar su questa-Perigliosa di mali apportatrice ! Lo spavento mi sveglia, a tardai notte ; Mi getto dalle piume, e mi raggiro Di su, di giù qual tormentato spirto, E con mano tremante or vo tentando Le toppe e i chiavistelli, or delle scólte La< fedeltà ; nè sorge alba novella Ch'io non terna avverati i miei sospetti. Pur la speranza che s'appressi il fine
   1 )e' miei travagli a consolarmi viene ; Perocché mi darei più volentieri
   A custodir gli spiriti dannati Che l'astuta reina..,. Anna Ella s'avanza.
   Paulet Nelle mani ha la croce, in cor l'orgoglio E la mondana voluttà.
   SCENA II.
   Maria velata, con un crocifìsso in mano. I precedenti.
   Anna (le corre incontro) Reina.
   Ne si calpesta interamente! al colmo Son le asprezze e gl'insulti ! Ogni novello Mattin novelli vitupèri aduna