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marTa stI- arda
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Maria ! Vana è con esso ogni lusinga, (parte).
SGENA IV. Maria. Anna.
29.1
Anna Tanto ardisce il villano? Oli nostro abbietto,
Nostro mistero stato ! Maria (pensosa) Anna ! io prestai
Ne' lieti giorni della mia grandezza Troppo facile orecchio ai lusinghieri. E dritto è ben che '1 doloroso strale Della tarda rampogna, or mi trafigga-Anna Oli, che detti, o Maria, che sentimenti Soli ora i vostri? A che tanto caduta 300 D'animo e di parole? Il mio conforto Eravate voi pure, e, non che mesta Dell'indegno, soffrir, vi giudicava Quasi disappensata, e'noncurante. Maria Anna, la, sanguinosa ombra d'Arrigo18 306 Ila lasciato il sepolcro, e non ho speme Di placarne lo sdegno anzi che piena La, misura non sia del mio castigo. Anna Qual funesto pensiero!... Maria Hai tu già dunque
La mia, colpa, obliata? Io più fedele 31,1 La memoria ne serbo. È questo il giorno Che da più lustri rammentar mi suole Quell'antico misfatto, e ch'io pentita Con severi digiuni e con flagelli Da più lustri saluto.
17 Remine : Reirns, ben nota città della Francia, nel Di-pari intento della Marna.
18 la sanguinosa ombra d'Arrigo: cioè di Lord Henri/ Darnley. V. n. 5.