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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ATTO PRIMO
   — SCENA VII. 37
   Anna Ah non destate
   Dalla- quiete sepolcral gli estinti ! Un lungo ordine d'anni in penitenti Lagrime vissi, 19 n'espiar la colpa; E la Chiesa., l'interprete benigna Del perdono di Dio, l'ha- cancellato E rimesso per sempre.
   Maria Ah no! la colpa
   Da gran tempo rimessa-, alza- il coperchio Della tomba mal chiusa; e di recente Sangue rosseggia. Perocché nè squilla Di solenne olocausto a-nnunziatrice, Nè sacramento fra le caste dita Di sacerdote, nell'avel rincaccia L'invendicato maritai fantasma.
   Anna Non fu spento da voi.
   Maria Ma della trama
   Consapevole io m'era, e con lusinghe Ve l'adescai.
   Anna Iiattempra il vostro fallo
   L'imprudenza degli anni. Oh tanto allora Giovinetta eravate !
   Maria E tanto iniqua!
   Anna L'indomabile orgoglio, i sanguinosi Oltraggi d'un ingrato a cui l'amore, In sembianza d'un dio, le salvatrici Mani distese e sollevò dal fango, I] del letto- e del serto, in voi discesa Da regali antenati, e della vostra Folgorante beltà fu messo a parte, Y'han persuaso l'infelice errore. Ignorava costili che la novella Non merta-ta, sua gloria, era d'amore Un magnanimo frutto? E nondimeno Di che modi selvaggi e di che turpi Sospetti non vi punse e non v'afflisse? Apriste le pupille, e l'incantata