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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   38 marTa stI- arda
   Benda vi cadde: vi toglieste irosa Alle perfide braccia, e lo puniste D'un merlato disprezzo. Egli per questo L'alterezza depose? il suo perdono Invocò supplichevole? si strinse Alle ginocchia della sua reina ? Questa del vostro amor, de' mal locati Vostri favori creatura ingrata, Il contegno arrogossi e la parola D'assoluto monarca. E voi presente Lasciò che Kiccio, il ligure cantore, Fosse trafitto. Il sanguinoso eccesso Ei col sangue pagò.
   Maria Ma nuovo sangue
   Si verserà per vendicarlo ! È questa, Anna, la mia sentenza! E tu l'hai detta Nel voler consolarmi.
   Anna II vostro senno
   Era torto, o Maria, quando il consenso Vi sfuggì dalle labbra! Affascinata, Cieca di voluttà, sotto l'infame Giogo d'un Bottuèl,20 che vi reggea Terribile e potente, e con incanti E con filtri infernali e suffumigi V'infiammava* il pensieri
   Maria La mia fralezza
   E la maschia sua forza erano l'arti Che di me stessa lo facean tiranno.
   Anna No '1 credete, o Maria. Lo scellerato In ajuto chiamò tutto l'inferno Per confondervi i sensi e l'intelletto. Non più docile orecchio al buon consiglio, Non occhio alle apparenze. Era il pudore Da voi rimosso, e nella guancia, sede Di mite verecondia e di decoro, V'ardea la fiamma d'un impuro affetto. Vinta da quell'audace, il vi i toglieste All'arcano odioso, e, palesando
   Giogo d'un Bottuèl: 1. Riassunto.