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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ATTO PRIMO — SCENA VI.
   Qua! tesoro si cela in queste univa ! Esse, per fermo, un carcere non sono, Ma la stanza d'un Dio ! ben più lucenti D'una reggia britanna! Oli fortunato Chi vi guarda, chi v'ode e chi respira L'aura che respirate ! li scaltro avviso L'ascondervi, o regina, in un sepolcro; Il sol mostrarvi, e sorgere iu minaccia Tutta l'ardente gioventù britanna, Ogni brando fuggir dalla guaina, E per queste pacifiche contrade Scorrere la rivolta, è un punto solo. Maria Me felice, me lieta, ove ciascuno
   Mi vedesse, o signor, cogli occhi vostri ! Mortim. Posse ciascuno testimon com'io Della vostra virtù, della costanza, O mite sofferente, in tanti oltraggi ! Dalla prova crudel delle sventure Non uscite più grande e più regale? La vergogna del carcere vi scema. D'un raggio sol l'angelica bellezza? Voi patite disagio, e nondimeno Vi circonda perenne e luce e vita. Io mai non volgo a queste soglie il piede Senza che nel diviso animo senta Un profondo dolore e la celeste Voluttà del vedervi!... — Il fato intanto Spaventoso v' incalza! Ora non fugge Che non cresca perigli al vostro capo, Nè più debbo indugiar, n'è più tacervi L'inaudito misfatto! Maria. Han proferita
   La, mia sentenza,? Favellate aperto ! Io la, posso ascoltar. Mortim. Quaranta voci41
   Vi giudicar di fellonia 42 convinta .
   Quaranta voci : V. n. 12. fellonia : tradimento.