ATTO PRIMO - SCENA VII.
Maria
( \>1 nobile contegno
Che mi dà. 1' innocenza.
Cecilio
Dal Consiglio inviato. Maria
A voi ne vegno
11 buon Cecilio
Presta il labbro cortese a cui cortese L'intelletto prestò.
Come già foste del giudizio istrutta.
Maria Se Cecilio n'è messo, io non ignoro Il pio tenor della sentenza. — Al fatto !
Cecilio Sottomessa vi siete al tribunale De' Quaranta...
Maria Scusatemi, signore,
Se le prime parole io v' iipferrompo. — Sottomessa ai Quaranta? io non lo fui ! Io 110 '1 potea, ! uè l'arbitra, mi credo Di strapparmi dal capo una corona, Di gittar bassamente nella, polve La dignità del popolo scozzese. Quella del tiglio mio, quella di tutti I monarchi d'Europa, anzi del mondo Nella legge britanna è statuito : « Ogni accusato, giudicar si debbe « Da,' giurati suoi pari ». Or chi di voi È mio pari? Nessuno. Io non conosco Altri pari che i re.
Cecilio Ma pur n'avete
Ascoltate le accuse e contraddette.
Maria Fui còlta dalle astute arti d'Attóno. Offesa, nell'onore, e francheggiata 54 Nella, potenza, delle mie ragioni, Porsi un docile orecchio, io non lo nego, Ai punti dell'accusa; el ne sperava Abbattere l'inganno e la menzogna. E lo feci, o signor, per reverenza
Attóno : L. n. 1G.
francheggiata: resa franca.
Paulet
Parlate in modo