ATTO TERZO — SCENA VIH.
Ili
Che m'accogliessi un aspide nel seno. Non il fato innocente, il vostro iniquo Animo n'accusate e la sfrenata Ambizion del sangue vostro! Ancora 205 Fra noi lite non era clie il degno
Vostro congiunto, quel feroce ed ebbro Sacerdote,6 che stende a tutti i troni L'invereconda temeraria mano, La disfida m'indisse, e l'inaudito so» Ardimento vi diè d'attribuirvi 1 regali miei titoli e le insegne; E, non pago di ciò, vi persuase A rompermi la guerra, a minacciarmi La corona e la vita. E che non mosse 305 Quel furibondo a'danni miei? Le lingue De'falsi sacerdoti; il ferro, il foco l)e' popoli sedotti : armi tremende D'un .sitero fanatismo! E nell'istessa Pace del mio governo, alla rivolta si» Infiammò colla frode i miei Britanni.
aia l'Eterno mi guarda; e quel superbo È disperato dell'impresa. Il colpo Era volto al mio capo, e cade il vostro !
.Maria Sono in braccio di Dio. Ma tu non puoi 815 Con un' opra di sangue apertamente Soverchiar la tua possa.
Elisab. E chi potrebbe
Impedirmi dal farlo? Il vostro zio 7 Ai monarchi insegnò come si stringe ' '
Coi nemici la pace. Emmi di scòla. L'uccision de' miseri Ugonotti. 8
8 Sacerdote: II Cardinale di Lorena. U. Atto I, n. 21.
7 II vostro Zio : V. nota precedente.
8 L'uccision ecc. : Allusione alla famosa terribile Notte di San Bartolomeo (2J/ agosto 1512), nella quale, specialmente per volere di Caterina de' Medici e di Enrico (fi Guisa, figlio di Francesco, fu compiuto il massacro di quasi tutti i protestanti, con alterazione di una parola tedesca (eidgenossen = confederato), chiamati Ugonotti.