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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MARTA STI- ARDA
   E poi, che solici i vincoli del sangue? I dritti delle genti? Ogni legame Non discioglie la Chiesa? Ella consacra La rotta fede e il regicidio istesso. 325 Esercito, o Stuarda, una dottrina
   Insegnata da' vostri. E chi mi t'ora Di voi malie vador, se generosa Vi traessi da' ceppi? In qual segreta Guardar la vostra te che non s'aprisse 330 Alle chiavi di Pietro? 9 Ornai secura
   Non mi fa che il poter. Nessuno accordo Colla razza de' serpi !
   Maria I tuoi son questi
   Tenebrosi sospetti ! 1 na straniera, Un'acerba nemica ognor ti parvi ! 335 Che se m'avessi dichiarata un tempo Unica erede tua, come n'ho dritto, Amor, riconoscenza, in me t'avrebbe Data un'amica, una sorella.
   Elisab. Voi
   Nudrire affetto che stranier non sia? 340 È la Sedia romana, il Vaticano
   La vostra casa ! i monaci, o Stuarda, Sono i vostri fratelli 1 Io dichiararvi Del mio trono l'erede? Astuto inganno ! Per sedutmi ogni core, e scaltra Armida 1,1 345 Allacciar nella rete i malaccorti
   Giovani del mio regno? e, me vivente, Rivolgere ogni sguardo al novo sole?...»
   Maria Tranquillissima regna ! Ogni diritto
   9 Alle chiavi di Pietro: cioè al Pontefice di Roma. Le chiavi furono da Cristo consegnate a San Pietro e da San Pietro ai successori e figurano la potestà del Pontefice di chiudere ed aprire il cielo.
   10 Scaltra Armida: paragona Maria all'astuta e bellissima maliarda creata dalla fantasia di Torquato Tasso. V. Ge-rusalemme Liberata, Canto IV, st. 23 segg.