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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MARTA STI- ARDA
   Maria II trono d'Inghilterra è profanato D'una bastarda! 16 II popolo britanno Da una mima 17 è tradito ! Ove il buon di itto Regnasse, tu saresti nella polve Stesa a'miei piedi, che tuo re son io. (Elisabetta parte velocemente, Talbo e Leicester la seguono nel maggior disordine)
   SCENA V.
   Maria, Anna.
   Anna Che faceste, infelice ! Ella si parte Infiammata di rabbia ! Or sì che siete D'ogni speme deserta.
   Maria (ancora fuori di sè) Ella si parte Di rabbia accesa- e colla morte in core ! (si abbandona colle braccia al collo di Anna) Anna ! oh quanto son lieta ! Alfine, alfine. Dopo tante vergogne e tanti affanni Un'ora di vendetta e di trionfo ! Sento dal core sollevarsi un peso Or che nel petto della mia nemica Ilo confitto il pugnale.
   Anna Ah sciagurata !
   V'ha perduta un delirio, e provocaste Il braccio inesorabile che vibra La saetta mortai ! Quella superba Fu da voi svergognata alla presenza Del suo drudo medesmo!
   Maria Io l'abbassai
   Agli ocbi di Ruberto! Ei fu presente,
   16 D'una bastarda: Poiché i cattolici sostenevano, e non a torto, che il divorzio da Caterina d'Aragona e il matrimonio con Anna Bolena erano atti illegali di Enrico Vili, EUsa'i betta non era più che una bastarda e Maria Stuarda l'erede legittima della corona d'Inghilterra.
   17 mima: commediante, in senso cattivo.