Stai consultando: 'Maria Stuarda Tragedia in cinque atti', Federico Schiller

   

Pagina (125/191)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (125/191)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   MARIA STI ARDA
   La trafitta mia spoglia.
   Maria II foglio mio
   Non gli avete recato?... Oli tutto, allora, Tutto è perduto !
   Mortim. Il vile ama la vita.
   Chi sciogliere ti brama e dirti sua Deve abbracciar magnanimo la morte.
   Maria Nulla imprendere ardisce a mia salvezza?
   Mortim. Non parlar di colui ! Ma quale ajuto Un tremante può darti? E n'hai tu d'uopo? Non basto io solo a liberarti? Io solo?
   Maria Voi? che far mi potete !
   Mortim. Invan tu speri
   Che mutato non sia da quel di prima L'aspetto delle cose. Il dipartirsi Dell'irata tiranna, il fin che sciolse L'infelice colloquio, ogni speranza Di perdono ti toglie. Or non ti salva Che la forza e l'ardir. Tutto è disposto. Devi uscir dalla ròcca anzi l'aurora.
   Maria Anzi l'aurora? per qua! via?...
   Mortim. M'ascolta
   Raccolsi i miei compagni entro il segreto D'una picciola chiesa. Un sacerdote Della fede cattolica, n'assolse Dai peccati commessi e dalle colpe Non ancor consumate; il sacramento Ultimo ricevemmo, e Siam parati All'estremo viaggio.
   Maria Oh spaventoso
   Apparecchio !...
   Mortim. Coll'ombre della, notte
   Ascendiamo il castello ; io n'ho le chiavi. L'uccidere i custodi e l'involarti, È l'opra d'un momento. Ogni vivente Sotto il cozzo cadrà de' nostri acciari, Che restar qui non debbe un delatore Della nostra rapina.
   Maria E Pauleto,