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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ATTO TERZO — SCENA VIH. Ili
   E Drùri, i miei custodi? Essi vorranno Con tutto il sangue lor.... Mortim. Cadono primi
   Dal mio ferro percossi. Maria II vostro zio?
   Chi per tiglio vi tiene? Mortim. Io lo trafiggo !
   10 ! di mia, mano.
   Maria Orribile misfatto !
   Mortim. È rimesso in futuro ogni misfatto. Cosa non è che consumar non possa; E consumarla io voglio ! Maria O scellerato,
   Inaudito proposto ! Mortim. E s'io dovessi
   Immergere il pugnai nella regina, Sull'ostia lo giurai ! Maria No, Mortimelo !
   Tanto sangue io non voglio.... Mortim. E che mi sono
   Le vite de' mortali al paragone Di te? dell'amor mio? Sciolgasi il nodo Che raffrena il creato, ed un secondo Diluvio inghiotta la natura umana, Nulla a me cale! Ai secoli risplenda
   11 supremo de' giorni, anzi ch'io possa Rinunciarti un istante!
   Maria (retrocede) Oh, qual favella !
   Quali sguardi, gran Dio! Voi m'atterrite! Mortim. (cogli occhi erranti e coli'espressione del delirio ) .
   1 n momento'è la, vita; 1111 sol momento 15 la, morte, e non più. Mi si traduca freso al Tihorno, 18 e con roventi force ili si laceri il corpo a brano a brano... (le si avvicina impetuoso e colle braccia aperte)
   s Tiborno : Tyburn, sobborgo di Londra, dove si eseguivano 1(1 sentenze capitali.