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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ATTO TERZO — SCENA VIH.
   Ili
   Non ricercarmi. Affrettati : t'invola 6in Dall'Inghilterra!
   Mortim. Che seguì?
   Okelly Selvaggio21
   Ila vibrato il gran colpo !
   Mortim. È dunque vero?
   Okelly Vero! Ti salva!
   Mortim. La regina è spenta,
   E sale al trono d'Albion Maria.
   Okelly Spenta? Chi '1 disse»?
   Mortim. Tu medesimo.
   Okei.ly Vive !
   oió E perduti noi sia.ni.
   Mortim. Vive !
   Okelly Nel manto
   Colse in fallo il pugnale; e l'omicida Venne da Talbo disarmato.
   Mortim. Vive !
   Okelly Vive, e morti siam noi! Fuggi, t'affretta. D'armi e d'armati si circonda il parco. 620 Mortim. Chi meditò la furibonda impresa?
   Okelly II barnabita di Tolon, Selvaggio : 21 Colui che taciturno e in sè romito Nella cella, sedea quando il ministro Dichiarò l'anatema alla regina 025 Dal romano pontefice scagliato.
   La più spedita e la più corta via Volle il fiero seguir: con un'audace Opra salvar la travagliata Chiesa, E così meritare alle sue chiome La palma del martirio. Il gran disegno Confidò primamente al sacerdote, Poi lo commise sulla via di Londra. Mortim. (dopo lungo silenzio)
   11 Selvaggio : T. Atto J, n. !). John Samaye era stato capitano nell'Armata Spagnola del principe di Parma ed era lnglese, della Contea di Galles, non francese, e non apparterrà a nessun ordine religioso. Vedi anche Atto TI, n. 12.