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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MARTA STI- ARDA
   Leicest. (riti si conosce
   L'aria misteriosa di Cecilio Quando a caccia si pon d'una congiura !
   Il tempo vi seconda. Eccolo signore, Un orrendo misfatto, e tuttavia Di tenebre coperti i delinquenti. Aprirassi un giudizio, e detti e sguardi, 73 E pensieri pur anche, a stretto esame
   Sottoposti verranno. In tanto affare Siete l'uom di più vaglia. Il magno Atlante,3 Che tutta sovra- il dorso Auglia solleva! Cecilio Pure in voi riconosco il mio maestro. 80 Io non ebbi finora una vittoria
   Qual ottenne il poter della faconda Vostra, parola. Leicest. Intendervi non posso ;
   Favellate più chiaro ! Cecilio Oh, non sapeste,
   Dietro gli omeri miei, con raro ingegno 83 Allettar la regina a Forteringa !
   Leicest. Dietro gli omeri vostri? E quando e dove
   La vostra faccia paventai? Cecilio Che dissi?
   Voi condur la regina a Forteringa? Perdonate l'error. Fu la regina 90 Che di condii rvi si degnò !
   Leicest. Signore !
   Che parole son queste? Cecilio In ver fu tratta
   Sopra una scena che di lei fu degna ! Apparecchiaste un nobile trionfo Alla cieca sua fede ! — Oh buona troppo ! 93 Svergognata co-sì ! così derisa
   Crudelmente ! — Son questi i generosi
   3 Atlante: figlio di Oiapeto e uno dei titani, il quale sostiene, secondo la mitologia, le colonne che separano il ciclo dalla terra ed abita nelle Esperidi, sulle rive dell'oceano ri eli ' es tremo occidente.