MARIA STI ARDA
Quella, perfida sola, è la, radice Di tutti i mali miei !
Leicest. Muora! V'unisco
Ora anch'io la mia voce: il mio consiglio Era che rimanesse ancor sospeso Il decreto mortai fin eh' una mano Impugnassee l'acciaro a, sua difesa. Or questo s'avverò ; uè più dissento Che il giudizio si compia.
Cecilio E ciò voi stesso
Consigliate?
Leicest. Per quanto aspro mi sia
Di giungere, o signore, a tanto estremo, Illudermi non so che questa morte Necessaria non torni alla salvezza Della, nostra, regina,, e non convenga Porsi tosto ad effetto.
Cecilio (alla regina) Or da che Lester Questi sensi palesa, io son d'avviso Di commetterne il carco alla sua cura.
Leicest. A me, signore?
Cecilio A voi, sì certo ! Un mezzo
Più sicuro non v'ha, per disgravarvi D'ogni sospetto che di far voi stesso Quella fronte cader, ohe l'apparenze Già vi dissero cara.
Elisab. (affissando Leicester negli occhi)
Io v'acconsento, Ed approvo il consiglio.
Leicest. Il mio sublime
Grado potrebbe dall'ingrato officio Liberarmi a ragion, che d'un Cecilio Parrai cosa più degna. 11 fortunato Che tanto accosta la regal presenza, Scegliersi non dovrebbe esecutore D'infelici decreti; e nondimeno, A mostrarti il mio zelo e farti paga, Rinuncio a,' miei diritti, e mi sommerto. Benché ritroso, all'odiato incarco.