136 MARTA STI- ARDA
Cerco oppormi all'Europa, e vo coprendo Di sublimi virtù la troppa nuda Povertà de' miei dritti e 1' ignominia Dell'incerto natale onde bruttommi Lo stesso genitor. Ma la fatica Inutile mi torna ; il mio nemico Xe rimove le vesti, e mi presenta Questo perpetuo minaccioso spettro Della, Stuarda! — Ali, termini l'angoscia ! Cada il capo fatale! lo voglio pace ! Questa, è la, furia che mi preme! È questo Lo spirto agi tutor che per d estino Ali persegue la vita. Ove una gioja, Una speme io mi nudro, ivi mi serra Questa, serpe implacabile il cammino. Essa lo sposo e l'amator mi ruba ;12 E Stuarda si chiama ogni sventura Ohe sul capo mi sta ! Ma, dai viventi Cancellata costei, libera io sono Più che l'aura del monte, (tace) Oli, come il guardo Pien d'acerbo deriso in me torcea, Quasi bastasse a, fulminarmi ! Imbelle ! Arma io stringo migliore : essa percote E più non sei. (corre al tavolino precipitosa ed afferra la penna) Bastarda a te 13 son io? Lo son finché tu vivi, o sciagurata,! 1 La, tua morte dilegua ogni sospetto
Sul mio regio natal. Quando al Britanno Non rimanga altra scelta, io son concetta Da legittime nozze! (sottoscrive con un tratto di penna rapido e sicuro; lascia cader la penna, e si ritira coli'espressione dello spavento. Dopo una pausa suona il campanello)
12 e l'amator mi ruba : Il Conte di Leicester, nudici/', che era però amante, non sposo, sebbene essa aresse fatto disegno di sposarlo.
13 a te: per te, secondo te.