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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MARTA STI- ARDA
   Sopra nugole d'oro un immortale; «3 Come l'angelo scende a trar da'ceppi L'apostolo divino, 18 e non lo arresta Né ferrea imposta, uè custode armato, Ma le sbarre trapassa, e luminoso Nel carcere si pianta; a questa imago 340 Me. di terreno salvator delusa,
   Empie di meraviglia e di conforto Il celeste messaggio ! —- A voi, che foste Già mio servo e ministro, ora che siete Servo e ministro del Signor, m'inchino 345 Come a me v'inchinaste; e nella polve Cado. (s'inginocchia a' suoi piedi)
   Melv. (facendo sopra di lei il seguo della croce) In nome del padre, del figliuolo, Dello spirito santo. Hai ben veduto, Maria, regina, nel tuo core? Il vero Hai promesso, hai giurato al Dio del vero? 850 Maria II suo come il tuo sguardo in cor mi legge.
   Melv. Quali errori t'affliggono da quando Pacificata, col Signor ti sei?
   Maria L'anima mia da grave odio fu presa ; Albergai nel mio petto il violento 355 Pensier della vendetta : alle mie colpe Spero perdono, e perdonar non seppi A quella man che m'oltraggiò.
   Melv. Del fallo
   Senti un vero dolore, e ti proponi D'uscir placata dall'umano esilio? 360 Maria Quanto il perdono dal Signor ne spero.
   Melv. Di qual altro peccato hai tu rimorso?
   Maria Ah, coll'odio non sol, ma coll'amore Ho provocata la giustizia eterna! Questo vano mio core era converso 563 All'infedel che lo tradì. 19
   18 L'apostolo divino : San Pietro.
   19 All'infedel che Io tradì : al Conti di Leicester. F. Atto IV, v. Vi'i e segg.