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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ATTO SECONDO — SCENA Vili. 157
   Tutti rimetto. Come credi, avvenga! (prende il calice che sta sulla tavola: lo consacra e glielo presenta. Ella tituba, e colla mano fa cenno d'allontanarlo) Ricevi il sangue che per te fu sparso ! Chi siede in loco del Signor t'accorda Questa grazia suprema. Anche nell'ora Della tua morte esercitar ti lice 11 sonimo dritto de' monarchi, il dritto Sacerdotale. (ella prende il calice)
   E come or nei travagli Del viaggio mortai misticamente Ti congiungi al tuo Dio, là ne' beati Regni della, letizia, ove nè colpa, Ne terreno dolor più ne rattrista, In un lucente Serafin conversa. T'unirai senza, tempo al tuo Signore.21 (ripone il calice. All'udire un improvviso rumore si copre la testa, e va verso la porta. Maria continua a starsi genuflessa in devoto raccoglimento) Melv. (ritorna) Un penoso conflitto ancor ti resta. I'uoi tu vincere il core, e por silenzio Alle voci dell'odio e dello sdegno? Maria Io di nulla più temo. Al mio Signore
   L'odio e l'affetto in olocausto offersi! Melv. Disponti adunque a sostener la vista l>i Cecilio e del conte. Eccoli!
   SCENA Vili.
   I precedenti.. Cecilio. Leicester. Paulet.
   (Leicester si mette in molta distanza senza mai levar gli occhi. Cecilio, che ne vede il contegno, si pone fra lui e Maria)
   21 Questa trasformazione di 8ir Andrea Melvil, maggiordomo di Maria, in sacerdote e questa commovente funzione religiosa sono un'invenzione del poeta.