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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   58 MARTA STI- ARDA
   Cecilio Io vengo,
   Signora, per intendere gli estremi Vostri voleri.
   Maria Vi ringrazio!
   Cecilio È mente
   D'Elisabetta che vi sia concessa Ogni lecita cosa.
   Maria I miei voleri
   Stan nel mio testamento. Al cavaliero 22 L'ho pur dianzi affidato. Io non vi prego Che d'adempirli.
   Paulet Riposate in questo.
   Maria Uranio a' miei familiari, o per la- Erancia, O per la, Scozia,, come lor più giova, Un sicuro tragitto.
   Cecilio Essi l'avranno.
   Maria IO poi che si contende alla, mia, spoglia Il terrei! consacrato, almen lasciate Che una mano fedele il cor ne porti A' miei cari di Francia. Oh. là fu sempre!
   Cecilio Siatene certa. Nulla più....
   Maria Recate
   Alla vostra regina il mio fraterno Saluto, e dite a, lei che la mia morte Iti core io le perdono; e voglia anch'essa Perdonar generosa i miei trasporti. La protegga, il Signore, e le consenta Una lieta corona.
   Cecilio Ancor d'avviso
   Non mutaste, o signora? il pio soccorso Del pàstor rifiutate....
   Maria Io già mi sono
   Col mio Dio conciliata, (a Paulet)
   Un grande all'anno Versai nel petto vostro, o cavaliero ! Vi rapii, senza, colpa, il caro appoggio Della vecchiezza. Oli, datemi speranza
   22 AI ca\alicro; a Panici.