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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MARTA STI- ARDA
   Sia, di bronzo il tuo cor ! sia di macigno 545 Durissimo la fronte ! e se tu brami
   Cogliere il prezzo dell'infamia tua, Dei sostenerla, e consumarla ! — Taci, Lento, inutile affetto! Occhi, impetrite! lo sarò testimon della sua morte, (si accosta con passo risoluto alla porta per la quale uscì M a ria ; ma d'improvviso si ferma ) 660 Invano ! invano ! Un brivido d'inferno
   Per le membra mi scorre!... Ah no, non posso Tollerarne la vista... Oh. qua! profondo Mormorio mi per-ote ! Essi già sono Nella volta terrina... è qui. qui sotto 655 L'apparato feral... n'odo le voci!...
   Via dalla casa del terror ! si fugga Dall'albergo di morte.! (tenta fuggire da un'altra porta, ma la trova chiusa e retrocede).
   Un Dio qui forse M'inceppa i piedi? ed ascoltar m'è forza Ciò ohe lo sguardo di veder non osa?... 560 II pastor l'ammonisce... ella interrompe Le sue parole... al Creator solleva Con ferma, voce una preghiera... è tutto Silenzio... alto silenzio ! Io non ascolto Cli'un indistinto singhiozzar di donne.... 563 Le traggono di dosso i vestimenti... Accostano lo scanno... ella si piega Sulle ginocchia... appoggia il capo...- (pronunciate quest'ultime parole con angoscia sempre crescente, è preso da tremiti conclusivi e cade tramortito sul pavimento. Esce intanto dalla volta di sotto un confuso e profondo mormorio di voci, che si va più lentamente diffondendo).24 i
   24 Questa scena attenua un poco l'impressione cattiva che la figura di Leicester fa nel lettore, ma, non la modifica. Il poeta, contro la ctoria, ha voluto fame un, tristo personaggio ma bisogna convenire che non è stato felice.