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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   MARIA STI*ARDA
   D'alcuna- verità.
   Talbo Quel suo delirio
   N'è la prova più certa ! — Oh mia regina, Xon t'affrettar! secondami: comanda Ohe si rinnovi l'infelice esame.
   Elisab. Dacché voi lo bramate... or ben, si faccia ! Ma non già per timor che la prudenza Di quaranta patrizj in tanta cosa Abbia, o conte, trascorso. A porvi in calma. Si rinnovi l'esame. Io vi consento. Buon che36 in tempo no siamo ! Un dubbio solo Non dee far ombra al mio regale onore.
   SCENA XIV.
   I precedenti. Davison.
   Elisab. !«)¦ sentenza, o signor, che nello mani V'affidai?...
   Davison (aliunito) La sentenza?
   Elisab. Il foglio, dico,
   Che vi diedi in custodia....
   Davison In mia custodia?
   Elisab. Dal furiar del popolo assalita Soscriverlo fu d'uopo, e mal mio grado Secondai la preghiera. Indi lo posi Nella vostra custodia, acciò la cosa Come vi dissi, maturar. — Porgete!
   Talbo Porgetelo, o -signore! Interamente Mutaronsi le cose, ed or di nuovo S'instruisce il giudizio.
   Elisab. Ov'è lo scritto?
   Non pensateci a, lungo.
   Davison (disperandosi) Li son perduto !
   Elisab. (Vinterrompe impaziente) Credere già non voglio....
   Buon che: purché.